13.12.14: Dossier NoExpo di Farro&Fuoco @Critical Wine di Livorno

Luogo: Critical Wine Livorno Via Adriana, 16 @Ex-Caserma Occupata
Ora inizio: 18:00
Data: 13 dicembre 2014

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http://www.criticalwinelivorno.it/

https://www.facebook.com/events/349616121880503/permalink/351615075013941/

http://www.livornoindipendente.it/livorno/ambiente-e-nocivita/931-milano,-livorno-trasformazioni-urbane,-sfruttamento-animale-e-del-territor

 

Perché ARCI sta dentro EXPO2015?

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A maggio 2014 abbiamo pubblicato il dossier “Nessuna faccia pulita, buona e giusta a Expo 2015”, un testo di critica radicale al grande evento milanese -caratterizzato dal claim “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”- e ai suoi principali soggetti partner SlowFood, COOP Italia e Eataly.
Quando siamo stat* contattat* da alcuni circoli ARCI per ospitare le presentazioni del dossier abbiamo riflettuto sul da farsi: da un lato conosciamo e denunciamo quanto ARCI Milano/Lombardia sia interna e corresponsabile del grande evento, capofila del Terzo Settore e del Volontariato sotto il tetto di Cascina Triulza con “Expo dei popoli”; dall’altro riconosciamo ad alcuni circoli territoriali ARCI un significativo lavoro politico quotidiano che non possiamo sottostimare.
La scelta di tenere aperte le possibilità di dialogo e reciproco riconoscimento tra soggetti autonomi ci ha dunque spinto a scrivere il testo che trovate in calce e a indirizzarlo privatamente a chi ci ha contattato; nello specifico, invitiamo tutti i circoli ARCI a prendere parola in merito a EXPO2015 e a tutti i portati nocivi di questo evento, in particolare facendo sentire la loro voce dentro la rete degli ARCI (provinciale, regionale, nazionale). E lo facciamo mostrando le storture, anche formali oltre che valoriali e politiche, tra EXPO2015 e ARCI, poiché questo evento è in contrasto con numerosi articoli dello Statuto su cui ARCI si fonda: dal concetto di lavoro e di volontariato, passando per il ripudio della guerra, alla tutela dell’ambiente e alla lotta contro le mafie e gli abusi di potere.
Il nostro piccolo contributo si deve fermare qui; spetta ad altre e altri, ora, provare a cogliere le potenzialità di una presa di posizione netta e indipendente nei luoghi e nelle strutture consone. Già sappiamo che qualcuno ha preso sul serio questo contributo e si sta muovendo.
Lo statuto di riferimento lo abbiamo preso da http://www.arci.it/chi-siamo/organismi-dirigenti-2/ (in particolare art.3 commi d,h,j,u,z, dello statuto ARCI).

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Al Salone del Gusto il cibo è la nostra Terra

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“Da quando Expo è stato presentato, si è trasformato in un evento che non ha nulla a che fare con il cibo, con la nutrizione e con il pianeta.
Ma non scordiamoci che l’asso di picche è rappresentato da Terra Madre! Parteciperemo in maniera critica perché questo evento non ha anima: Expo va trattato con determinazione, chi gli vuole bene non può stare zitto, ed è per questo che noi alziamo la voce andando controcorrente.
Dobbiamo metterci l’anima, e questo significa garantire il diritto al cibo per tutti”
Carlo Petrini, Huffington Post, 22/10/14

Si è svolto in questi giorni di fine ottobre il Salone internazionale del gusto 2014 – Terra Madre, evento che l’associazione onlus SlowFood, insieme a svariati partner privati e istituzionali, organizza ogni due anni a Torino.
Le migliaia di animali non umani coinvolti -sfruttati, ingabbiati, brutalizzati e ammazzati per il loro miele, per il loro latte, per le loro uova, per le loro carni- hanno purtroppo già compreso sulla loro “pelle” cosa serva per organizzarlo e farlo funzionare, sfortunati personaggi di un evento che si è nutrito e si nutre di loro. Anche gli abitanti umani della zona di Torino e delle valli limitrofe dovrebbero ormai sapere cosa portino i grandi eventi e poco cambia se il Salone è ospitato in strutture già esistenti: trasformazioni coatte del territorio e quartieri sotto pressione economica, esborso di denaro pubblico indirizzato all’economia degli eventi e del turismo e spese di gestione di infrastrutture sottoutilizzate o in disuso a carico delle amministrazioni locali. Le Olimpiadi Invernali di Torino del 2006 ne sono un esempio, gravando ancora in maniera significativa sui bilanci di alcuni Comuni della Val Susa o della Val Pellice, oltre ad aver compromesso definitivamente delimitati, ma importanti habitat boschivi e montani.

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