Perché ARCI sta dentro EXPO2015?

letteraok

A maggio 2014 abbiamo pubblicato il dossier “Nessuna faccia pulita, buona e giusta a Expo 2015”, un testo di critica radicale al grande evento milanese -caratterizzato dal claim “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”- e ai suoi principali soggetti partner SlowFood, COOP Italia e Eataly.
Quando siamo stat* contattat* da alcuni circoli ARCI per ospitare le presentazioni del dossier abbiamo riflettuto sul da farsi: da un lato conosciamo e denunciamo quanto ARCI Milano/Lombardia sia interna e corresponsabile del grande evento, capofila del Terzo Settore e del Volontariato sotto il tetto di Cascina Triulza con “Expo dei popoli”; dall’altro riconosciamo ad alcuni circoli territoriali ARCI un significativo lavoro politico quotidiano che non possiamo sottostimare.
La scelta di tenere aperte le possibilità di dialogo e reciproco riconoscimento tra soggetti autonomi ci ha dunque spinto a scrivere il testo che trovate in calce e a indirizzarlo privatamente a chi ci ha contattato; nello specifico, invitiamo tutti i circoli ARCI a prendere parola in merito a EXPO2015 e a tutti i portati nocivi di questo evento, in particolare facendo sentire la loro voce dentro la rete degli ARCI (provinciale, regionale, nazionale). E lo facciamo mostrando le storture, anche formali oltre che valoriali e politiche, tra EXPO2015 e ARCI, poiché questo evento è in contrasto con numerosi articoli dello Statuto su cui ARCI si fonda: dal concetto di lavoro e di volontariato, passando per il ripudio della guerra, alla tutela dell’ambiente e alla lotta contro le mafie e gli abusi di potere.
Il nostro piccolo contributo si deve fermare qui; spetta ad altre e altri, ora, provare a cogliere le potenzialità di una presa di posizione netta e indipendente nei luoghi e nelle strutture consone. Già sappiamo che qualcuno ha preso sul serio questo contributo e si sta muovendo.
Lo statuto di riferimento lo abbiamo preso da http://www.arci.it/chi-siamo/organismi-dirigenti-2/ (in particolare art.3 commi d,h,j,u,z, dello statuto ARCI).

-Lavoro e volontariato
In EXPO2015 si farà massiccio utilizzo di una nuova forma lavorativa chiamata ‘VOLONTARIATO’. Per ARCI volontariato è “Partecipazione democratica alle azioni di solidarietà, di cooperazione e di cittadinanza, sia a livello locale che internazionale “(Art.3/d). Per EXPO2015, invece, la figura del volontario è una figura simile all’operatore turistico o al custode di musei; volontari “saranno in città, all’Expo point del Castello, all’info point in costruzione nella Galleria, al museo del ‘900 e a Palazzo Reale, alla Galleria d’arte Moderna e al Castello. Luoghi che saranno aperti fino a tarda serata per tutta la durata dell’esposizione”. E ancora: “Volontari al posto di comunali, dunque, con cooperative invece dei precari delle graduatorie a tempo, soldi a Expo sottratti al Fondo del contratto decentrato dei comunali” (http://www.noexpo.org/2014/07/08/i-lavoratori-del-comune-di-milano-contro-expo2015/), con evidenti violazioni anche dell’articolo 3/h (la tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, la lotta al precariato, alla discriminazione e ad ogni forma di sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici, la promozione del diritto al lavoro).

-Guerra
Se non bastasse la presenza di padiglioni di numerosi paesi guerrafondai, stando allo Statuto altrettanto incompatibili con le finalità di ARCI sono anche molti sponsor oggi registrati, tra cui la Selex Es. La Selex Es esporta i propri sofisticati prodotti tecnologici in vari scenari bellici di mezzo mondo, tra cui equipaggiamenti fondamentali per i micidiali droni israeliani Hermes, regolarmente usati su Gaza. Come questo può cociliarsi con l’ART 3/U?

-Ambiente
In generale molti, troppi progetti si scontrano con l’articolo 3/Z riguardante la difesa dell’ambiente. Apparentemente alcuni aspetti sembrano in linea con quello che ARCI si propone nell’articolo 3bb (educazione al consumo critico, della tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti; la valorizzazione della pratica della filiera corta e dell’esperienza dei gruppi di acquisto), ma poi un grosso dubbio viene sulle modalità che si vogliono utlizzare per “Nutrire il pianeta”, quando fra i partecipanti si trovano multinazionali specializzate in biotecnologie e OGM come la Pioneer Dupont, quando si sventrano parchi cittadini con la “Via d’acqua” o quando si lasciano a nuove, inutili infrastrutture ettari di terreni agricoli in tutta la Lombardia. Infine parliamo di acqua, che per ARCI è un bene comune, una battaglia e un referendum, mentre per EXPO2015 l’acqua è soldi. Almeno 950mila euro: ammonta a tanto la cifra che Nestlè, tramite la controllata San Pellegrino SPA, pagherà per occupare un’area commerciale di 70mq e un’area indoor di 30mq vicino al Padiglione Italia, mentre anche Coca-Cola agirà allo stesso modo nel padiglione USA.

-Criminalità organizzata
Ci si chiede con quale credibilità ARCI possa combattere le mafie e tutte le criminalità (art 3/J) se partecipa a un evento in cui ogni settimana la magistratura interviene per indagare sui dirigenti dell’evento, oltre che agire direttamente sui cantieri per bloccare i lavori di società già solo sospettate di essere in odore di criminalità. Le ultime cronache riportano come uno dei massimi dirigenti, Antonio Acerbo, sia indagato per corruzione su uno dei principali progetti, le Vie d’Acqua, appalto in cui la capofila delle appaltratrici, la Maltauro SPA, vede il proprio titolare agli arresti per corruzione. E questo sta accadendo non solo in EXPO2015, ma in molte opere a esso collegate, come la Brebemi, in cui la presenza della criminalità organizzata è stata più volte accertata.

Farro&Fuoco – Alimenta il conflitto
baseanimalebkk@autistici.org

2 risposte a “Perché ARCI sta dentro EXPO2015?”

  1. ok, tutto molto condivisibile ma ci sono due problemi di fondo: intanto non mi pare che Arci sia “dentro Expo”. In secondo luogo iniziative come Expo dei popoli e Cascina Triulza mi pare vadano proprio nella direzione della critica al sistema che anche voi denunciate, sarà un modo diverso dal vostro ma reclutarli “dalla parte della nestlè e della mafia” mi sembra un’affermazione puerile e probabilmente passibile di querela

  2. Ciao, Mauro.
    Rispondiamo seguendo le tue due osservazioni.
    Cosa intendi con “non mi pare che Arci sia dentro Expo”? La nostra risposta alla tua domanda sta in questo link dal sito di ARCI Milano (arcimilano.it/arci-report/polis/arci-ed-expo/), che per noi rappresenta la summa del doppio binario retorico usato da molti dei soggetti che formano “EXPO dei popoli” (ti suggeriamo di leggere anche il nostro intervento, sempre ospitato su questo sito, incentrato sul Salone del Gusto 2014). E che, soprattutto, ti mostra come ARCI sia profondamente dentro Expo.
    In merito alla seconda osservazione: non facciamo osservazioni puerili né querelabili. Ti facciamo anche notare che quello che tu poni tra virgolette non è scritto da nessuna parte. La loro supposta voce critica non solo si perderà all’interno del marasma di voci tipico di un evento fieristico che vuole essere onnicomprensivo (tanto da dare voce a Pioneer Dupont, produttore di chimica di sintesi e OGM, al Padiglione USA), ma tale critica verrà usata come strumento legittimante l’evento stesso. Se EXPO è ancora in piedi è per due motivi: per la retorica di “volano” dell’economia (promessa al momento incompiuta) e per le “facce buone” che legittimano l’evento da dentro, dandogli una struttura e una aura di credibilità che deriva dalla credibilità che singolarmente i soggetti del volontariato, del sociale e dell’ambientalismo hanno sviluppato nel tempo. Questi eventi non possono avere una critica da dentro, perché sono in grado di assorbire le critiche e rigirarle a loro favore.
    Quelli che tu chiami “problemi di fondo”, come vedi, sono in realtà nodi che possono essere affrontati e risolti.

I commenti sono chiusi.