Salvataggio rospi Bufo bufo 2017

bufobufoLa bella stagione sta per arrivare e, come ogni anno, si inizia ad organizzare la campagna di salvataggio rospi sul Lago Lariano. In primavera, infatti, il rospo comune (Bufo bufo) lascia le sue dimore invernali per raggiungere il lago, accoppiarsi, deporre le uova e poi far ritorno al bosco. La migrazione per la riproduzione è antica quanto questo anfibio: ogni anno migliaia di rospetti superano le grandi fatiche dei percorsi, che per loro non mutano mai.

Purtroppo nel tempo, questi percorsi incontrano nuovi ostacoli, strade o lavori o cantieri, che rischiano di decimarne il numero ogni anno.
Nel mese di febbraio, a seconda del clima, si dispongono le barriere a bordo strada o nel bosco per avere dei punti sicuri (in realtà diversi chilometri) in cui, nel periodo di migrazione del Bufo bufo (da marzo a maggio circa), è facile raccoglierli e aiutarli nell’attraversamento delle statali. Nelle serate di migrazione dal bosco al lago e dal lago al bosco, è fondamentale la presenza di volontari per non far ritornare la specie a rischio di estinzione.
A migrazione terminata, si conclude rimuovendo le barriere.

Se volete dare una mano ai rospetti potete scrivere a bufobufo@abolizionecaccia.it per dare le vostre disponibilità e poter organizzare i gruppi.

SIAMO IN PIENA MIGRAZIONE, QUINDI CHI VUOLE DARE DUE MANI CONTATTI bufobufo@abolizionecaccia.it (x info, noi saliamo nella zona comasca il venerdì e il sabato sera).

Altre informazioni QUI

 

 

E’ terminata LA POSA DELLE BARRIERE, importantissima fase precedente alla migrazione, che si è svolta operativamente da metà febbraio di giorno, il sabato e/o la domenica per quattro fine settimana.

 

 

Una risposta a “Salvataggio rospi Bufo bufo 2017”

  1. Cari compagni, invio questo testo, risalente ad una decina di anni fa, dove si paventava la definitiva trasformazione di un ambiente naturale raro e prezioso (Lumignano e dintorni, sui Colli Berici) in “parco giochi” per frustrati , figli -legittimi o meno- della società della merce e dello spettacolo. Purtroppo da allora la situazione si è ulteriormente degradata (v. la zona sopra Nanto) e con la nascita di associazioni come “Liberici” (che nel nome vorrebbero richiamarsi ad una malintesa “Libertà”, ma sono in realtà espressione di un liberismo consumista di marca capitalista e borghese) potrà soltanto peggiorare . (GS).

    ADDIO LUMIGNANO BELLA…

    […]
    Un Paese civile e rispettoso delle proprie “radici” avrebbe tutelato in modo molto attento questo suo patrimonio [le particolari formazioni rocciose tra Costozza e Villaga], unico anche per le varietà endemiche di flora ( la Saxifraga berica ) e di fauna ( il Niphargus trevisiol). Da molti anni invece questi luoghi sono diventati una sorta di parco giochi per giovani edonisti che hanno colonizzato con chiodi a pressione e ferraglia tutte le pareti della zona, in nome dell’arrampicata “libera”, eufemismo per dire “datemi un trapano e vado dove mi pare”.

    Sulle conseguenze negative per l’ecosistema di Lumignano (pareti, covoli e ambiente circostante) provocate da questa attività eravamo già intervenuti in passato, denunciando il caso limite del Broion, con alcune stalattiti di circa due metri abbattute per far posto a nuove vie di arrampicata, (pubblicate poi con risalto sulle riviste locali di alpinismo). L’autore del misfatto è ovviamente noto agli adepti, ma l’omertà di gruppo prevale. *

    Purtroppo, anche se il ruolo di Cassandre non ci ispira particolarmente, avevamo ragione: scomparsa quasi totale dei rapaci qui nidificanti (in particolare il falco pellegrino) dato che le pareti sono quotidianamente frequentate da scanzonati arrampicatori, rarefazione della caratteristica flora dei covoli, concrezioni deturpate o addirittura divelte ecc.
    Dopo aver invaso tutte le pareti attorno a Lumignano, si sperava che fosse finita, anche perché la stessa sorte era toccata anche alla scogliera sopra Barbararano e a quella di S.Donato.

    Invece ormai anche le pareti dei Covoli di Castegnero sono state ricoperte di chiodi a pressione, placche metalliche, catene per sicura.**
    Va ricordato che in questa zona, oltre a rapaci notturni -allocco- e diurni, al corvo imperiale e al picchio muraiolo (nel periodo invernale) in passato sono stati visti nidificare alcuni esemplari della rara rondine rossiccia (Hirundo daurica), diffusa soprattutto in Grecia e nella Penisola Iberica e quasi inesistente in Italia. Da quando era iniziata la colonizzazione dei Covoli di Castegnero sembrava proprio essere scomparsa. Così come era già avvenuto a Lumignano la vegetazione in prossimità e sulle pareti è stata estirpata. Sono quindi scomparsi anche rari esemplari di Saxifraga Berica, Campanula carnica, Lythrum hyssopifolia, Gnaphalium luteo-album, Adiantum capillus-veneris, Athamanta turbis…

    Le pareti beriche rimangono frequentatissime anche nei periodi di nidificazione. E quando l’arrampicata viene giustamente limitata a Rocca Pendice (Parco Regionale dei Colli Euganei) aumenta il numero dei “F.C.” [Free Climbing] che si riversano a Lumignano.

    Si conferma il fallimento del progetto di “autodisciplina” o autoregolamentazione (si può chiedere ai banditi di controllare gli assalti alla diligenza?) e anche la responsabilità morale di quelle associazioni che si occupano di alpinismo (ma evidentemente non di tutela ambientale) che hanno favorito lo sviluppo di una attività devastante per l’ambiente fragile della scogliera. ***

    Quanto alla pubblicazione di una “guida” per le arrampicate (l’autore è un noto cultore del trapano in parete) potrebbe rappresentare la pietra tombale per gli ecosistemi del versante sud-orientale. Dato che gli editori si dicono impegnati nella “difesa della Terra”, ci sembra lecito chiedere maggior coerenza e meno antropocentrismo, almeno in futuro. ****
    Unica soluzione, a nostro avviso: interdire ogni attività di F.C. (arrampicata “libera”) e rimozione della ferraglia per restituire un po’ di dignità alle pareti. Soprattutto STOP ad ogni nuova colonizzazione. Non mancano a livello europeo norme legislative in grado di proteggere un habitat così particolare; esiste anche una normativa che tutela le aree carsiche e i Colli Berici (con centinaia di covoli, doline, grotte …) vi potrebbero rientrare sicuramente.

    Elena Barbieri Gianni Sartori
    Movimento UNA (Uomo Natura Animali)Vicenza

    Aggiungo qualche nota di aggiornamento:

    * Da parte dei FC si sostiene (omertosamente dato che sanno chi è stato) che le stalattiti sarebbero “cadute da sole”. Ma guarda la coincidenza! Rimangono al loro posto per parecchie centinaia di anni e poi, tutte nello stesso periodo, “cadono” proprio quando le pareti del Broion vengono colonizzate da questi soidisant alpinisti e “amanti della natura”…
    In realtà il taglio è perfetto e ora dove prima stavano le stalattiti passano alcune cosiddette “vie”.

    ** Al limita del ridicolo i patetici cartelli stradali (come altro definirli) che in vari punti dei Colli indicano la “mini-palestra di roccia”: un parco giochi, appunto.
    *** Tra le ultime, devastanti, colonizzazioni quelle sopra Nanto, verso casa Leonardi, con tavolini ricavati abbattendo alberi, serie di scalinate dove prima la folta vegetazione consentiva la nidificazione (uno degli idioti responsabili ha raccontato di aver anche trovato un nido -di rapace, si presume- ancora con le uova, ma “abbandonato”. No comment…), eliminazione radicale di ogni arbusto (anche quelli protetti: pungitopo, scotano…) e fitta chiodatura dove prima si abbarbicavano edere quasi centenarie.
    Ulteriore aggravante: circa quattro anni fa, prima che iniziassero a disboscare, qui aveva nidificato una solitaria coppia (e presumibilmente l’ultimissima sui Colli Berici) di rondine rossiccia.

    ****Ennesimo scempio: la recente chiodatura anche nella Grotta della Stria, uno dei luoghi più affascinanti, almeno prima della colonizzazione, dei Colli Berici.
    Quanto ai ”Liberici”, anche se qualcuno si definisce “libertario” (perdonate loro, non sanno nemmeno quello che dicono oltre a quello che fanno!) e “insofferente di ogni limite imposto dall’autorità”, sono in realtà portatori (inconsapevoli ?) del virus “anarco-capitalista” (roba da far inorridire Durruti e Malatesta, chiaro), pionieri della definitiva trasformazione in merce (più o meno spettacolare) dell’esistente.
    G.S.

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