Solidarietà a Gianluca e Adriano

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“Chi si crede particolarmente superiore o prioritario rispetto ad altre forme viventi e di lotta, non fa altro che giustificare la sottomissione, la chiusura in gabbia e il controllo di qualcuno su altri ritenuti inferiori da sottomettere ad altrui volontà ideologiche.” – cit. Gianluca

Solidarietà a Gianluca e Adriano, in carcere con regime AS2 dal 19 settembre 2013 con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, incendio, furto aggravato in concorso, deturpamento e imbrattamento per alcune azioni dirette contro enti e strutture coinvolte nella devastazione della Terra.
Il 26 maggio a Roma inizia il processo con rito abbreviato e ancora non si sa se verrà loro imposta la “presenza in aula” attraverso una videoconferenza, ultima trovata per tentare di isolare compagn* in lotta. Ma non saranno soli! Solidarietà a tutt* ribell* rinchiusi, che lottano e han perso la vita contro dominio, sfruttamento e devastazioni.

Materiale da diffondere:

Aggiornamenti del processo:

–> Sentenza I grado del 18 luglio: Condannati per terrorismo con l’art. 270bis, la sentenza infligge 6 anni a Gianluca e 3 anni e 8 mesi a Adriano. Attendiamo le motivazioni.

–> Udienza del 4 luglio

–> Prima udienza di I grado rinviata al 4 luglio
Incredibile, ma vero! Il rinvio è dovuto ad un clamoroso errore dei carcerieri… Hanno fatto firmare a Gianluca la nomina dell’avvocato, invece che il solito foglio dei colloqui…Quindi Gianluca rimane senza difensore, mantenendo le sue scelte iniziali.

Manifesto (l’immagine sopra) qui

Rivendicazione di Gianluca, pubblicata sul numero di gennaio 2014 La Miccia:

Cari compagni e coraggiosi resistenti, mi trovo prigioniero come tanti, colpito dalla repressione dello stato che ci vuole annientare. Non per quello che si fa ma per ciò che ci siamo “azzardati” ad essere, a dire o pensare. Mi trovo con Adriano e tanti altri sulla giostra inquisitoria della gogna mediatica antiterroristica della democrazia.
Voglio prima di tutto ringraziare tutte le compagne e i compagni che mi hanno portato Solidarietà anche oltre confine, direttamente e non, perché sono convinto che ci si sostiene anche solo con le proprie esistenze di lotta. Abbiamo la stessa rabbia contro questo esistente grigio e misero che ci schiaccia e ne sentiamo le stesse ferite, ma proveremo la stessa gioia con la meravigliosa realtà dei nostri sogni e desideri.

La mia è una condizione di individuo ostile catturato e messo in cattività. La prigionia ed i patimenti a cui vengo sottoposto sono stati escogitati premeditatamente da altri esseri umani, e dipendono dalla permanenza al potere del sistema che me li ha inflitti. Sarò certo rinchiuso, ma lo Spirito e le idee continuano; non si possono tenere sotto chiave né addomesticare e questo non può che continuare a darmi la forza di resistere.

Con gioia e nelle mie piene volontà ho scelto l’anarchia e continuerò a farlo, amando la terra per ciò che è, alla continua ricerca di selvatichezza e dell’emancipazione dalle comodità, denaro compreso. Vedo nell’Anarchia la pulsione selvaggia e primordiale ormai assopita, se non del tutto morta, nell’uomo civilizzato del progresso.
Non ho mai adoperato mezzi termini e maniere, accetto il rischio di dovermi procurare il cibo, coltivare e raccogliere quanto basta a nutrirmi. Per arrivare a questo userò ogni mezzo necessario per convincere altri individui, dopodiché potrò anche rinunciare alla penna e all’inchiostro con cui scrivo la mia rabbia.

Sono da sempre al fianco della resistenza indigena, degli antiautoritari e nativi che lottano contro le prove di forza dello Stato delle Multinazionali, mettendo in pratica la resistenza attiva, il sabotaggio e l’azione diretta. Supporto tutti/e i/le compagni e compagne che vogliono liberarsi dall’autorità e partecipano con determinazione alla Lotta internazionale anticapitalista e antimperialista. Tralasciando il bene e il male o il giusto e sbagliato, che vanno bene per le suore e i preti, la mia posizione e di altri individui è spinta dai propri istinti, nelle possibilità dei propri mezzi e con le probabili conseguenze di rischio. Ho sempre messo in una visione unica la Liberazione dell’Uomo da ogni padrone e dalle sue gabbie mentali e reali, con la Liberazione degli animali dalle strutture di tortura e morte, e ogni altro luogo che trasforma un vivente in prodotto, oggetto o svago. Sono anarchico, non appartengo a questo tempo di non-vita meccanizzata ad uso e consumo dei governi. Non riconosco nessuno Stato, tribunale o qualsiasi altra istituzione e autorità, né i sistemi giuridici, militari, civili e religiosi.

Per i giudici e magistrati in vestaglia dell’inquisizione non sono altro che una pratica burocratica a giustificare i loro stipendi. Giudizi non ne voglio, soprattutto da chi non sa amare la terra, lottare e sognare, ma sa far solo il suo mestiere ed eseguire ordini; non ne voglio tantomeno dal popolo, coccolato da sempre nel ventre putrido dello Stato e legato ad ogni costo alla democrazia che come parola ha ancora un buon effetto soporifero. Questi Uomini di legge giocano con le loro leggi fasciste-democratiche per vomitare sentenza, e nel mio caso “l’appartenenza” a un’associazione terroristica organizzata, come lo sono in realtà lo Stato, gli eserciti e le Multinazionali.

Entrando nella fastidiosissima e paranoica caccia alle streghe, detta anche questione giudiziaria, anche una scritta su un muro viene catalogata dalla polizia Politica come “azione/atto terroristico in esecuzione del programma (?) eversivo F.A.I….”, in casi differenti individualmente o insieme al compagno e fratello Adriano, a cui non trovo altro modo per esprimergli il mio affetto e la mia Solidarietà se non con la mia determinazione, già contraccambiata con il suo coraggio e forza di Spirito. Questi giochetti se li possono tenere da parte. Mi sarei risparmiato parecchie rogne “formali” visto che l’informalità è la mia realtà, ma non sono da solo (nel caso) in mani nemiche.

Le azioni a cui si riferiscono nello specifico, che non eseguono nessun “programma”, sono state messe in pratica da me e dichiarate con comunicati FRONTE RIVOLUZIONARIO INTERNAZIONALE – FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE/ Individualità Sovversive Anticivilizzazione e sanno bene, grazie alle loro amate telecamere, che sono state eseguite da una sola persona, cioè io, in risposta alla devastazione, per logiche di profitto, del Pianeta e delle terre in cui vivo e in Solidarietà con i ribelli in conflitto con l’esistente.

Il GPS, e altre diavolerie, che gentilmente i militari hanno installato su un auto da me in uso da un paio d’anni, mi collegherebbero, in modo indiziario o più, ad altre azioni dirette e sabotaggi. In certi casi viene da pensare alle amate biciclette, ma bisogna capire che stiamo combattendo un sistema che probabilmente vorrà installare rilevatori satellitari direttamente nelle teste delle persone. Mentre qualcuno teneva in caldo le mogli di questi pedinatori, ho notato come hanno catalogato il materiale sequestrato e come hanno svolto i loro compitii di polizia politica nell’aver impaginato, anche in grassetto e copia-incolla, minuziosamente nei loro fogli, diverse azioni contro Entri energetici/industriali e commerciali, compreso un fantasioso furto di denaro, e altre inutilità, da un distributore incendiato. Per non intaccare la mia integrità, il coraggio e il sacrificio non mi piego al “colpevole-innocente”, è veramente troppo.Che siano trenta o cento azioni non importa, vorrà dire che in Italia sono mille e nel mondo diecimila! Comunque è ridicolo e banalmente sminuitivo discuterne dei fatti, sarebbe come annullare la visione reale di conflitto e Resistenza, e riconoscere la logica democratica del “gioco finito male” o dei buoni contro cattivi.

Ora gioiscano pure dei loro trofei di caccia questi giudici, sulla vita e sulla morte dei loro simili, mentre il pianeta muore e l’uomo decade. Ma tutto ha u inizio e una fine, come i loro organi e le ossa, la legge e l’ordine cadranno e ne resterà solo cenere e macerie. La società è oramai una forzatura dei valori rabberciati e rattoppati qua elà, con sforzi coercitivi a tenerli insieme e allo stesso tempo usati per annientare individui ostili ad essi.

Da secoli in nome di Dio e Potere l’autorità impone la civilizzazione, l’ordine e la dottrina. Trasforma l’Uomo in macchina da forza lavoro, in contribuente e cavia per la scienza; quei pochi conservano nativa selvatichezza e un pensiero conflittuale li schiaccia con la violenza, il terrore e li rinchiude nelle galere o nei manicomi per “rieducarli”, fino a che non ne avrà il totale controllo. In caso contrario agirà per il loro annientamento. I pilastri della Civiltà stanno crollando sotto i colpi dei suoi stessi fallimenti. Sempre meno spazi restano vivibili e incontaminati, le guerre dilagano ovunque con tutte le conseguenze, e sono sempre più efferate a minacciare lo sterminio con armi tecnologiche e il dominio dei vinti. Queste violente e gratuite capacità di dominio e tirannia dell’uomo civilizzato, sono tanto più efferate quanto la società è “avanzata” tecnologicamente.

La Resistenza della Macchina Tecnologica-industriale vive soltanto in un percorso di liberazione da ogni autorità e ordine, corre verso un’orizzonte degli eventi, un nulla non scritto. E la nuova resistenza selvaggia e informale che risponde, e prende iniziativa, contro la violenza dei governi sempre più blindati e spietati a reprimere gli oppositori, come le compagne e i compagni colpiti e rastrellati nelle “operazioni” persecutorie/repressive antianarchiche e controinsurrezionali. Compagni che non si sono piegati alle torture e all’isolamento nelle sezioni speciali delle carceri e nemmeno alle ferite negli attacchi, persino alla morte.

Sono orgoglioso di essere forte della mia integrità di Spirito e di correre in questi sentieri difficili che ci aspettano, al fianco dei non-sottomessi e dei senza legge, gli ANARCHICI. Eterni cospiratori, sognatrici e sognatori forgiati dal coraggio, che affrontano titaniche e TIRANNICHE forze e l’esistenza in una Vita non scritta. Con elementari e limitatissimi mezzi, eppure posseggono un irriducibile determinazione.

Per concludere vorrei incoraggiare tutti con una metafora di quello che sento in tutti voi: vedo lo Stato e l’ordine come un solitario Uomo civile sperduto nella Foresta, in balia di animali feroci. Allo scorgere dell’arrivo di una tempesta nella notte, quell’Uomo non teme più di diventare pasto delle belve ma trema all’arrivo della tempesta.
Dalle valli ai monti, dalle campagne alle Foreste, per la Liberazione del Pianeta e i suoi viventi. Perchè la terra vale più dello sporco denaro!

MORTE ALLA CIVILTA’! LUNGA VITA ALL’ANARCHIA!

Gianluca Iacovacci
Prigioniero anarchico

C.R. San Michele, 14 gennaio 2014

Indirizzi:

Adriano Antonacci
CC di Ferrara
Via Arginone 327
44122 Ferrara

Gianluca Iacovacci
Via Casale 50/A
15122 San Michele (AL)

 

Sotto le cartoline disegnate da Gianluca.
Per richiederne scrivete a evasioni@canaglie.org, indicando nell’oggetto “Cartoline per Gianluca ed Adriano” 

 

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Trasmissione radiofonica

 

Spot  radiofonico

Verso il processo del 26 Maggio a Roma  per Gianluca ed Adriano
(file del Volantino dei compagni e compagne di Roma)

Gianluca ed Adriano, ragazzi dei Castelli Romani, anarchici, vengono arrestati il 19 Settembre dell’anno scorso.
Un’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo del pool antiterrorismo e dal generale Mario Parente comandante dei Ros, li ha ritenuti gli artefici di una serie di danneggiamenti di varia natura avvenuti nella provincia di Roma: si tratta di tredici sabotaggi compiuti nei confronti di alcune banche, di una pellicceria, di sedi distaccate di Eni ed Enel e della discarica di Roncigliano.

Vengono fatte pesare su di loro le accuse di associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, oltre quelle di incendio, furto aggravato in concorso, deturpamento e imbrattamento di cose altrui.

Dal giorno del loro arresto, per Gianluca ed Adriano, c’è stato solo il carcere in regime di isolamento: il primo ad Alessandria ed il secondo a Ferrara, all’interno di quelle sezioni speciali dove vengono reclusi uomini e donne la cui prima colpa a loro attribuita è il pensiero di cui sono portatori.

Nell’udienza preliminare che si è svolta il 26 Marzo scorso Gianluca ed Adriano sono stati rinviati a giudizio; in quella stessa sede il GUP D’Alessandro si è assunta la responsabilità di disporre che gli imputati debbano partecipare alle udienze tramite videoconferenza: la decisione sarebbe motivata da una circolare del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria che prevede l’utilizzo di questo strumento come misura di contenzione dei detenuti “più pericolosi”, adottata in seguito all’evasione di Domenico Cutrì, avvenuta nel corso di un trasferimento giudiziario. Nella realtà l’attuazione dei processi per video conferenza accresce la condizione di isolamento, demonizzando e disumanizzando ancor di più i prigionieri a cui si sta cominciando ad applicare.

Il 26 Maggio presso la Corte d’Assise di Roma si svolgerà la prima udienza con rito abbreviato ed il Pm presenterà la richiesta di condanna.

Esprimiamo con forza la nostra solidarietà e vicinanza a Gianluca ed Adriano, consapevoli che la vicenda che li riguarda è parte di tutte/i coloro che mettono in gioco sé stessi, per esprimere e praticare le proprie idee di libertà ed uguaglianza, senza distinzioni, nel rispetto delle diversità di ogni vita.

Anche quel giorno Gianluca ed Adriano non saranno soli.
26 Maggio, Corte d’Assise di Roma, a fianco di Gianluca ed Adriano.

Compagni e compagne di Roma