Durante il dibattito “Accerchiamo il controllore” dell’11 gennaio 2014, contro il sistema che ci domina e in particolare sulle bio e nanotecnologie, non abbiamo fatto in tempo a leggere il contributo che ci hanno inviato dall’Argentina. Come si diceva allora, lo pubblichiamo qui, con qualche aggiunta per far comprendere meglio i passaggi originali. Ringraziamo per il contributo e per gli approfondimenti che ha innescato.
L’Uruguay negli ultimi mesi è sorto agli onori delle cronache fino ad arrivare a ottenere il premio di “Country of the year 2013” dalla rivista Economist. Indubbiamente le politiche sulla legalizzazione dell’aborto e dei matrimoni omosessuali hanno aiutato questo traguardo, ma quello che più di tutto ha fatto da traino a questa improvvisa popolarità del piccolo paese sudamericano è stato il fatto che è stato il primo paese al mondo a promulgare una legge sulla legalizzazione del consumo e sulla produzione di marijuana.
Uno sforzo economico notevole per un paese povero in una situazione finanziaria disastrosa. Uno sforzo economico che è stato aiutato per quasi la metà da una ONG che da anni fa lobbying per la legalizzazione della produzione e consumo di marijuana: la Open Society Foundation [1], controllata dal multimiliardario Georges Soros. Soros è il maggior finanziatore delle associazioni impegnate a chiedere la legalizzazione della cannabis in tutto il mondo. Negli USA, dove l’uso terapeutico di cannabis è praticamente legale in tutti gli stati, Soros è presidente dell’organizzazione chiamata DPA (Drug Policy Alliance), nei cui membri ci sono alcune figure pro-establishment rilevanti in USA: Frank Carlucci Carlo III , membro del Council on Foreign Relations almeno fino al 1995, ex vicedirettore della CIA 1978-1980 e direttore United Defense Industries (il più grande appaltatore della difesa americana), Nicholas Katzenbach, membro del Gran Consiglio della IBM Corporation, Mathilde Krim, la Fondazione Rockefeller e Paul Adolph Volcker, che ha servito nella Federal Reserve degli Stati Uniti dal 1979 al 1987. L’azione di lobbying sui governi statali americani fatta da queste due organizzazioni , la Open Society Foundation e la Drug Policy Alliance, ha portato recentemente alla legalizzazione della produzione e del consumo di droghe, anche per usi ricreativi negli stati di Washington e Colorado.
Uno dei cinque principali investimenti di Soros sul pianeta è Monsanto, di cui è il secondo azionista. Monsanto è uno dei principali produttori di cibo e agrochimica, mentore di Agent Orange [2], semi Terminator [3], il diserbante Round Up ed è accusato di far firmare contratti iniqui agli agricoltori per l’utilizzo dei suoi semi brevettati. Il valore della pianta di cannabis come industria, indipendentemente dal valore della cannabis come cibo o medicina, è stato stimato in miliardi già nel 1938. Possiamo quindi ricondurre il profitto del business della cannabis ai settori delle sementi e della ricerca genetica e biotecnologica: non sorprende, di conseguenza, i l fatto che uno dei principali azionisti di Monsanto sia uno dei principali attori di questo nuovo vento antiproibizionista. L’azienda di St. Louis può vantare uno sviluppo avanzato nella tecnologia denominata RNAi. Questo tipo di processo genetico permette di modificare lo sviluppo della pianta, dal colore al grado di THC in essa contenuto, fino a renderla indigesta per gli insetti che solitamente danneggiano i campi coltivati. Niente di meglio per Monsanto, che sembra destinata a ricoprire il ruolo di società pioniera nello sviluppo di nuovi ceppi genetici per i test e la ricerca, alla luce di quella che sarà una domanda sicuramente crescente negli anni a venire. Insomma, tutti i fattori critici che hanno decretato il successo di Monsanto nel settore agroalimentare possono applicarsi nella produzione della marijuana, medicinale o ricreativa che sia.
Nel giungo del 2012 Il Sole – 24 ore dava la notizia di un mega sequestro di marijuana OGM proveniente dall’Albania. Del tutto casualmente, l’Albania è sotto la tutela della Open Society Foundation di Soros, che si adopera anche per far annettere questo Paese all’Unione Europea.
Monsanto e Drug Policy Alliance non sono gli unici soggetti che conducono la campagna per regolamentare la cannabis attraverso l’ingegneria genetica. Come pubblicato nel settembre 2009 sul Journal of Experimental Botany, i ricercatori della Scuola di Scienze Biologiche, presso l’Università del Minnesota, hanno identificato i geni nella pianta di cannabis che producono tetra-idro-cannabinolo (THC), dicendo in una dichiarazione stampa che è “un primo passo verso la progettazione di una pianta di cannabis come droga libera”. George Weiblen, professore associato di biologia vegetale e co-autore dello studio, ha dichiarato: “La genetica di cannabis può contribuire a migliorare l’agricoltura, la medicina e il controllo delle droghe”. George Weiblen conduce la sua ricerca nell’ambito di un permesso concesso dalla DEA per importare cannabis all’interno degli Stati Uniti.
Tra le poche istituzioni che hanno acquisito un permesso dalla DEA (agenzia statunitense antidroga) per importare cannabis in USA, troviamo Kenex con sede in Ontario nel Canada e Hortapharm, società con sede ad Amsterdam. La storia e il ruolo di queste aziende illustrano le potenzialità dell’ingegneria genetica nel mercato globale della cannabis.
Kenex Corporation ha iniziato il suo programma di ricerca sulla canapa industriale nel 1995 in collaborazione con Ridgetown College, University of Guelph in Ontario. La licenza di ricerca è stata concessa da Health Canada per continuare il programma. La portata del progetto è stato ampliato nel 1996, facendolo diventare il progetto di ricerca sulla canapa più grande in Canada. È interessante notare che il programma di Kenex di ricerca della canapa è iniziata presso l’Università di Guelph, che è anche sede di 24 strutture di ricerca di biotecnologia agricola ed è in gran parte finanziato dall’industria biotecnologica, tra cui Monsanto, Baylor Incorporated, Dupont, Syngenta e Dow Chemical, solo per citarne alcuni.
Hortapharm è stata fondata alla fine del 1990 da David Watson che, noto anche come Dr. Frankenbeanstein, detiene l’onore di aver sviluppato alcuni dei ceppi più comunemente usati di cannabis in tutto il mondo, tra cui il famoso Skunk #1 che è stato importato e utilizzato nella ricerca di George Weiblens per sviluppare ceppi di cannabis presso l’Università del Minnesota. In una nota pubblicata sul sito specializzato in cannabis Cannabis Agricoltore, Watson denuncia le sue intenzioni di creare piante sterili attraverso la clonazione genetica, utilizzando la tecnologia Terminator. Come obiettivo finale, HortaPharm vuole indagare su tutte le possibili sequenze genetiche per curare qualsiasi malattia, brevettare le scoperte e fare in modo che nessuno possa usarle senza rischio di denuncia per frode commerciale. Qualcosa di simile a quanto accade con la soia come si è visto nel documentario “Il mondo secondo Monsanto”
L’ex direttore della strategia aziendale di Microsoft, Jamen Shively, ha annunciato l’intenzione di creare il primo marchio nazionale della marijuana negli Stati Uniti, con la cannabis dal Messico. La nuova società ha già sede a Seattle e spera di diventare leader di cannabis ad uso ricreativo e medicinali nella nazione americana. L’uomo d’affari ha detto che avrà un finanziamento iniziale di $ 10 milioni di dollari per il progetto, che copre in linea di principio due stati americani che hanno legalizzato la marijuana ricreativa e 18 che ne consentono l’uso medicinale. “E ‘un mercato enorme per un marchio. Saremo felici se avremo il 40% di marijuana in tutto il mondo“, ha detto Shively in una dichiarazione pubblicata sul quotidiano spagnolo El Mundo.
La presenza del miliardario ungherese Soros in Argentina risale sin dai tempi di Nestor Kirchner e continua nei giorni nostri attraverso quel sistema di produzione agraria denominato “Pool de siembra“, in cui grossi finanziatori affittano del terreno fertile cercando il massimo profitto possibile, allontanando di fatto i piccoli e medi coltivatori e portando alla desertificazione della terra rendendola arida e non più coltivabile. Uno dei principali ‘Pool’ in Sud America, non solo Argentina, ma anche in Brasile e Uruguay, si chiama Adecoagro di cui Soros è azionista. Campi di riso, soia, terreni da pascolo per bovini, silos… tutte strutture pronte per essere pienamente operative con i nuovi prodotti che le organizzazioni legate a Soros stanno immettendo sul mercato.
Utile link Keeping up with monsanto
[1] I principali obiettivi della Open Society Foundation, leggendo i loro siti, sono l’educazione, i diritti umani, economici e sociali dei popoli e la democrazia. Hanno sedi in tutto il mondo. In realtà la loro reale finalità è mantenere l’ordine sociale già esistente per poter arricchire le società controllate dai suoi stessi soci e azionisti, Soros in testa, per mantenere e rafforzare una società capitalista.
[2] L’ Agent Orange è un defoliante, mix di erbicidi e acidi, creato in ambito militare per la guerra in Vietnam che ha prodotto danni alla vegetazione e malformazioni agli esseri viventi. Non più utilizzato dai primi anni ’70, ancora lascia tracce nelle piante.
[3] Il gene Terminator è stato creato in modo che i semi in cui viene inserito non possano incrociarsi con altri semi. Una possibilità molto alta, fino a oltre il 90%, di rendere sterili i raccolti.
MAPPA DELLE COLTIVAZIONI TRANSGENICHE 2009
MAPPA DELLE COLTIVAZIONI TRANSGENICHE 2011