I barbari e noi: una critica antirazzista e antispecista alle campagne contro la macellazione halal

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Tempo fa abbiamo ricevuto lo scritto che diffondiamo sotto. In evidente ritardo nel pubblicarlo, consideriamo comunque sempre attuale il contenuto e importante non far calare il sipario su queste tendenziose campagne animaliste, che nel migliore dei casi prestano il fianco a incursioni razziste e fasciste. Criticare un tipo di macellazione rispetto ad un’altra, soprattutto quando in Italia sono diffusi legalmente tanti piccoli macelli (un esempio gli agriturismi) ci sembra assolutamente discriminatorio solo verso un certo tipo di cultura/religione, atteggiamento che aborriamo perché non colpisce ciò che riteniamo sia davvero da abbattere, cioè tutti i macelli. Inoltre, questo tipo di campagne non vede alcun collegamento fra tutte le lotte che dobbiamo intraprendere per costruire un mondo senza distinzioni, anzi, sfrutta la rabbia e le difficoltà di vivere di molti strati della popolazione, dividendo non solo fra cultura e cultura, ma anche fra specie e specie, fra sofferenza più buona e sofferenza meno buona.
Ecco il testo:

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Tentativo di infiltrazioni fasciste e omofobe all’International Animal Rights Gathering

pantheres enrages_logoRiceviamo e con preoccupazione diffondiamo la traduzione italiana del resoconto sull’incontro avvenuto quest’estate in Belgio, fatto dal collettivo Pantheres Enragees. Quanto successo rende ancor più necessaria un’informazione, una rete diffusa e una pronta risposta che smascheri ogni tentativo fascista di infiltrarsi e di impossessarsi delle lotte di liberazione umana, non umana e della terra. Lasciamo spazio al resoconto:

Dal 16 al 18 agosto si é svolto l’International Animal Rights Gathering nel rifugio per animali di Animaux En Péril, in Belgio. Questo rifugio accoglie animali abbandonati o maltrattati, sequestrati dalle forze dell’ordine a professionisti o privati. Il proprietario del luogo in cui si é svolto l’incontro é Jean-Marc Montegnies. Sul posto era stato organizzato un campeggio, un capannone per i pasti e dei tendoni dove si svolgevano le discussioni. Il cibo era preparato da un gruppo dal nome sessista Just Like Your Mom. Un altro panettiere indipendente, nomade e rivoluzionario, era presente per preparare i chili di pane necessari per nutrire le 150-200 persone presenti.

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