Conoscerli per isolarli: rossobrunismo e predecessori ecologisti di destra

solidarietàL’area di riferimento neofascista che intrattiene rapporti con l’estrema sinistra è chiamata correntemente comunitarista, in alcuni casi nazi-maoista e negli ultimi anni rossobruna. L’origine dei termini, non pare avere dei battesimi ufficiali, ma nel tempo si sono assunte e diffuse queste definizioni, che mantengono immediatezza e chiarezza di significato.

Cerchiamo di dare una visione storica del fenomeno, non dimenticando mai che lo stesso Fascismo ha attinto molto dalle istanze socialiste e sociali e che, quindi, non si tratta di alcunché di nuovo, semmai di riadattamenti ai tempi storici.

Le basi di questi miscugli fra estremismi le getta il belga Jean-François Thiriart (1922-1992), poi amplificate e allargate all’ecologismo profondo dal filosofo francese Alain De Benoist.

thiriartJEAN-FRANÇOIS THIRIART
Durante la II guerra mondiale Thiriart, da socialista e aderente al Partito Comunista, si arruola come volontario SS e, insieme a gruppetti provenienti dall’estrema sinistra, crea una formazione vallone di nazionalbolscevichi a sostegno del Terzo Reich. Nel dopoguerra, Thiriart, conosciuto anche come Jean Tisch, dopo qualche anno di carcere, viene graziato dalla pena di morte e torna libero. Insieme a Henry Monreau, ex-socialista, antisemita e ex-SS in, cominciano a teorizzare il “comunitarismo” come superamento del fascismo, come un terzo blocco europeo contro il capitalismo statunitense e il comunismo sovietico. Le loro idee fondamentali si rifanno a un social-fascismo ispirato a Julius Evola, in cui centrale è l’antiamericanismo, associato all’antisionismo che sconfina facilmente nel razzismo antisemita e nel revisionismo negazionista. Fiancheggiano il colonialismo europeo sull’Africa, per esempio appoggiando il regime portoghese che allora stava combattendo contro la guerriglia di liberazione in Mozambico e Angola.
Lentamente, la nozione di Europa come terzo blocco e come unica culla della civiltà si espande: l’URSS da nemico diventa esempio di baluardo nazionalista, specialmente in riferimento alla personalità di Stalin, e l’orizzonte piano piano si apre anche verso la Cina. Da qui, Thiriart e Monreau formulano jeune_europela nozione di un territorio come soggetto politico unito spiritualmente e militarmente da Dublino a Vladivostok, che abbraccia i valori della tradizione, della difesa di tutte le culture e civiltà che la compongono, che faccia da alternativa comunitarista all’imperialismo americano, ormai quasi il solo nemico (con la sua appendice ebraica, Israele).
Nel 1962 fondano il movimento Jeune Europe e la rivista Nation Européenne, adottando come simbolo la croce celtica, che dureranno fino al 1969. Tra le sezioni europee, quella italiana è una delle più attive.

In Italia, a cavallo tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, le visioni della Jeune Europe si distribuiscono in quei gruppi conosciuti come NAZIMAOISTI o COMUNITARISTI, quali Lotta di popolo, Lotta Studentesca, alcuni di Terza Posizione, i NAR, Avanguardia, circoli mistici e associazioni culturali, fino alle riviste Eurasia e Orion, ancora oggi in attività.
Negli anni ’80 emerge il multiculturalismo e il concetto di Nazione viene allargato a quello di Continente, inteso come territorio formato da comunità solidali, non importa se diverse o in opposizione. Per i comunitaristi la società ordina i punti di riferimento degli umani ancora prima della nascita, ne costituisce il modo di stare al mondo e ne modella le ambizioni. In questa visione di struttura pre-costituita è fondamentale il concetto di bene comune che si sovrappone a quello di comunità, in cui i doveri familiari trovano valore, insieme alla solidarietà e alla reciprocità.

ALAIN DE BENOIST
alain_debenoistA queste analisi, negli anni ’70, si aggiungono le tematiche ecologiste e sul federalismo comunitarista di ALAIN DE BENOIST. Isuo pensiero è difficilmente classificabile in quanto sintetizza alcuni dei concetti che abbracciano l’ecologismo, il multiculturalismo (a tutela delle diverse identità culturali dei popoli), il socialismo, il federalismo comunitario e il paganesimo. Apparentemente condivisibili, andando un poco a fondo diventa chiaro dove si collocano le sue teorie. Proviamo a collegare dei suoi concetti chiave.
De Benoist, classe 1943, agli inizi degli anni ’60 fonda il movimento culturale denominato Nouvelle Droite, che presto verrà ripreso in tutta Europa, anche in Italia. De Benoist è contro la globalizzazione e difende le piccole identità culturali, è contro Cartesio e contro l’antropocentrismo, ma vede dei limiti nell’antispecismo perché, anche se condivide la stessa parità di valore tra le specie, riconosce all’uomo la possibilità di aver raggiunto delle capacità superiori, e da mantenere, grazie all’evoluzione.
Qui si collega il suo concetto di biodiversità, che fa da ponte con quello delle federazioni identitarie: per De Benoist la differenza basata sulla biologia rimane un aspetto primario che distingue ecosistemi, specie, culture, etnie e geni. De Benoit difende le differenze anche in contrapposizione all’universalismo, cioè contro la teoria di poter organizzare un sistema su valori, principi e leggi universali per tutta l’umanità (ogni universalismo tende all’ignoranza o alla cancellazione delle differenze). Così si chiarisce meglio: la conservazione della biodiversità permette una conservazione delle differenze, al cui interno sono possibili le scale di valori. Quindi, il comunitarismo assume il diritto alla differenza, ma nel senso che non esiste un’uguaglianza o un equilibrio tra le parti. In linea con questa asserzione, si può intendere meglio la sua particolare accezione di antispecismo, riportata sopra.
De Benoit immagina un’Europa federale, ma unita, in cui il concetto di nazione viene a decadere in favore delle identità regionali collegate da un comune senso di appartenenza continentale, da un federalismo integrale, fondato sul principio di sussidiarietà e sulla democrazia partecipativa.
La Democrazia Federale, per De Benoist, deve avvicinarsi al modello delle piccole città-comunità sull’idea della polis greca, in modo da riattivare il cittadino, farlo interessare in modo diretto alla comunità ed eliminare ogni tipo di apparato centrale, di rappresentanza e di istituzione. L’antica polis diventa oggi la Federazione, concepita e da lui promossa come “un sistema di unità politiche strettamente incastrate, solidali e che si stimolano reciprocamente”.
A differenza degli anarco-nazionalisti, De Benoist (i comunitaristi, i rossobruni e in generale la cosiddetta Nuova Destra Sociale) critica l’individualismo a cui contrappone una visione dell’uomo come integrato in un “sistema di desideri” gerarchicamente ordinati. Un desiderio al vertice di questo sistema è l’ecologismo insieme alla ricerca del limite ecologicamente possibile per la crescita demografica che va a braccetto con il concetto di benessere, inteso come ciò che è sufficiente ad ognuno.
Per De Benoist l’ecologismo trascende necessariamente le categorie di destra e sinistra perché sa essere allo stesso tempo conservatore e rivoluzionario. Conservatore nel preservare il patrimonio naturale, di cui l’uomo è parte integrante, ma rivoluzionario nel tentativo di cambiare il modello di civilizzazione dominante, come quello statunitense e turbocapitalista.
La sua concezione di comunità si basa sull’identità del gruppo, perché l’essere umano fa parte del mondo attraverso la società e la cultura in cui cresce. In quest’ordine anche le identità precedenti a cui ci si ispira sono delle identità scelte, a cui serve dare un senso per giustificare l’attuale visione del mondo. Insomma, ci creiamo i nostri valori, rivediamo il passato con questi filtri e… voilà tutto è permesso e tollerato!
Dopo questa parentesi teorica necessaria, è più facile capire come l’ecologismo si sia diffuso nella destra sociale anche in Italia dagli anni ’70.

Tornando in Italia, ricordiamo PINO RAUTI che rappresenta la corrente più antisistema della destra degli anni ’70, che mette in dubbio le etichette destra e sinistra e cerca di crearsi uno spazio per fare da alternativa sociale e di protesta del sottoproletariato, soprattutto meridionale.
GRE_logoRauti alla fine degli anni ’70, con Alessandro Di Pietro, dirigente del Fronte della Gioventù, fonda i G.R.E. (gruppi di ricerca ecologica). La nascita di questa associazione avviene nell’area politica missina a quel tempo più sensibile ai temi dell’ambientalismo e del comunitarismo; la stessa area che dà vita all’esperienza dei Campi Hobbit tra il 1977 e il 1981, momenti di aggregazione e di scuola politica che fare_verde_logoiniziano ad elaborare teorie movimentiste per le dirigenze del FUAN e del Fronte Della Gioventù, per formare una nuova destra, in particolare su ecologismo, condizione della donna e disoccupazione. Oggi i GRE sono riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente come associazione di protezione ambientale.
Alla fine degli anni ’80, alcuni aderenti si distaccano e fondano l’associazione Fare Verde (oggi spesso ospite di Memento Naturae -scheda a parte-), mentre chi rimane nei GRE si accaparra la gestione di due grotte siciliane, vicino Palermo, entrando anche nel consiglio della protezione civile e di altri comitati provinciali e regionali per ottenere così i fondi dei beni culturali.

logo_circolo-la-roccaVisto che rimane in argomento, nominiamo anche il CIRCOLO LA ROCCA, un gruppo ambientalista cattolico tradizionalista dell’allora Alleanza Nazionale.Il Circolo nasce nel 2005, ma ha una lunga incubazione che rinsalda rapporti e visioni nate negli anni 70’ all’interno del Fronte della Gioventù (in particolare di Milano) e proseguita nell’ esperienza di fede nell’associazionismo cattolico (Alleanza Cattolica e Comunione e Liberazione) dei fondatori. Attorno alle prime riunioni ed incontri pubblici del 2005 si è radunata una parte di Azione Universitaria, vecchi amici di destra o cattolici, e da questa prima esperienza nasce il Circolo Culturale Finisterre, poi Circolo La Rocca, che con la fine di AN, si rende libero da legami partitici, ma non politici. Gli obiettivi principali sono la diffusione di una cultura di destra depurata da ogni ideologia, l’ambientalismo, l’attività formativa nei giovani, la diffusione della dottrina sociale della Chiesa e l’opposizione all’eutanasia e all’aborto.

orionLa rivista ORION è una pubblicazione mensile di area nazionalsocialista ora rossobruna che viene fondata nel 1984 da Battarra e Murelli.
Marco Battarra (militante dell’MSI, passato per un breve periodo in Terza Posizione) è stato il proprietario della libreria La Bottega del Fantastico di Via Plinio a Milano, ora chiusa, ma per anni luogo di incontro della destra sociale milanese. Battarra è anche uno dei fondatori del Circolo Ritter di Milano, aperto nel 2008 con l’obiettivo ufficiale di ospitare libri poco reperibili, presentazioni e iniziative letterarie. Gli altri fondatori del circolo sono Alberto Manca, esperto di storia militare, Francesco Cappuccio, detto DoppioMalto, ex portavoce di Cuore Nero, e Guido Giraudo, noto militante di estrema destra dagli anni ’70 ad oggi, musicista de Gli Amici del Vento, facente parte della redazione di Candido, settimanale fondato da Giorgio Pisanò. Nel 1998 fondano un’omonima casa editrice, con sede presso la libreria fantasy di cui sopra, fino alla sua chiusura. La casa editrice Ritter viene costituita per far circolare ristampe e nuovi tomi sulle Forze Armate Tedesche e la Nuovelle Droite francese. Circolo ed edizioni rappresentano lo spazio letterario di riferimento del neofascismo milanese, con ospiti che vanno dai politici del PD e PdL, agli ultras, passando per Forza Nuova, Lealtà Azione e Casa Pound. I tesserati, insieme all’associazione Memento di Lealtà Azione, si occupano anche di mantenere il Campo X presso il Cimitero Maggiore, in cui sono sepolti gerarchi fascisti e repubblichini come Pavolini e Borsani, militari e civili combattenti per la R.S.I.

Conferenza Quale avvenire per la Russia e l’Eurasia?  Centro congressi Le Stelline, Milano 25 luglio 1994: Maurizio Murelli, Alexandr Dugin e Alessandra Colla.
Conferenza Quale avvenire per la Russia e l’Eurasia?
Centro congressi Le Stelline, Milano 25 luglio 1994:
Maurizio Murelli, Alexandr Dugin e Alessandra Colla.

Maurizio Murelli, squadrista degli anni ’70, ex-carcerato per “responsabilità morale” nell’omicidio dell’agente Marino nel 1973, ad inizio anni ’70, apre a Saluzzo (CN), il circolo Barbarossa e a Milano la SEB, Società Edizioni Barbarossa.
Nel numero 10 (ottobre 1989) di Orion si trova il Manifesto politico del Partigiano europeo, dove i “partigiani europei”, eredi della Giovane Europa di Jean Thiriart, si definiscono come “una fazione dell”estrema destra, che, passando attraverso il neofascismo si è evoluta verso il nazionalismo rivoluzionario e l’estrema sinistra anti-sionista, libertaria e non dogmatica”.
Orion è espressione della Destra Radicale, con forti richiami ai temi della nuova destra di Alain De Benoist, come la critica al mondialismo, inteso come dominio della finanza internazionale dominata dalla cricca giudaico-massonica, a cui contrappone non il modello dell’Europa bianca e cristiana, ma un’unione di intenti con le forze nazional-comuniste, tradizionaliste ed integraliste dell’ex impero sovietico e della sfera islamica. Nell’area nazionalcomunista non esistono problemi di appartenenza religiosa e convivono tranquillamente cattolici più o meno integralisti, agnostici come Galmozzi e mussulmani come Enrico Mutti e Terracciano o pagani come Battarra, Murelli e Alessandra Colla (cultrice di Ipazia, la prima martire del paganesimo).
Orion ha anche cercato di costituirsi come soggetto politico nazionale, Nuova Azione, e internazionale, Sinergie Europee, per opporsi al “Nuovo Ordine Mondiale”.

ALESSANDRA COLLA

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6 novembre 2014

Apriamo una piccola parentesi informativa su di lei visto che sta trovando spazio e sostegno in gruppi e riviste che si definiscono antispecisti e per la liberazione animale. Il suo attivismo con ambienti di estrema destra risale agli anni ‘70, passando da MSI a intellettuali comunitaristi, oggi fra Casa Pound, Memento Naturae e Lealtà Azione; redattrice a vario titolo di Eurasia, Terra Insubre, Orion (note riviste di chiaro stampo ideologico), scrittrice per le Edizioni Barbarossa dell’ex marito Murelli e per le AR di Franco Freda, si definisce antispecista ed ecovegfemminista.
Le parole sembrano perdere il loro significato, ma la realtà è davanti agli occhi per chi interessa vedere. Ultimo chiaro episodio di fine novembre 2014: Marco Mantovani (storico portavoce di Forza Nuova Lombardia, ora in passaggio alla Lega Nord) annuncia il nuovo sito Sintesi con la rivista di complemento e, tra la recensione di un libro sul Fronte della Gioventù e un’intervista a Gianni Correggiari, tradizionalista cattolico ex vicepresidente nazionale di FN nonché negazionista, antisemita e avvocato di Licio Gelli nel processo sulla P2, propone un articolo della Colla su Matteo Salvini, Putin e il neofascismo… Se la suonano e se la cantano!

La peculiarità del rossobrunismo rispetto al comunitarismo è di spingersi in maniera più palese verso “sinistra”, cioè verso una critica sociale del capitalismo, propria della sinistra rivoluzionaria, e di usare la geopolitica come mezzo di analisi. La storia e i cambiamenti sociali derivano dal rapporto dei diversi blocchi culturali ed etnici in cerca della sopravvivenza se non della supremazia costante. La rivendicazione identitaria ed etnicista di questi blocchi è un altro elemento tipico, tanto che si inventano l’Eurasia e l’Eurabia. Anche il rossobrunismo considera il catalogare a schemi fissi ciò che è sinistra o che è destra, come una sconfitta contro il sistema dominante liberista. L’avvicinarsi alla sinistra sociale è un modo per conquistare tutta quella classe di lavoratori che non si sentono più considerati dalla politica di sinistra, che sembra proteggere più il piccolo e medio imprenditore. Ecco quindi Che Guevara con la croce celtica o le citazioni di Evola insieme a quelle di Gramsci o l’utilizzo di parole come antispecismo, ecovegfemminismo, proprie della sinistra radicale.
Si definiscono interclassisti, sempre per superare la dicotomia destra e sinistra, che però è una parola d’ordine di origine fascista, con cui Mussolini cercò di far convergere lavoratori e padroni sotto il suo governo, per poi abolire sindacati e scioperi.
Sono pro Palestina e per la pace in Siria ponendosi contro l’imperialismo statunitense in entrambi i casi, contro l’intromissione USA in Eurasia, nel Mediterraneo; sono per l’autodeterminazione dei popoli, in linea con il loro senso comunitarista, oggi identitarista. Però non sembrano essere contro l’imperialismo in generale, come quello italiano che si manifesta con le guerre supportato dalle imprese nazionali tipo la Finmeccanica che esporta morte ovunque o come per gli accordi per il petrolio in Libia.
Altro nome di spicco rossobruno è ORAZIO MARIA GNERRE, di recente impegnato in conferenze sulla Repubblica del Donbass. La Nuova Russia ha in sé lo stesso spirito di Fiume. Non è più un luogo, ma uno stato dello spirito.

COSTANZO PREVE

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Libero, 26 novembre 2013

E’ il filosofo italiano di riferimento (1943-2013), intellettuale marxista, che da militante del PCI e Democrazia Proletaria, comincia a incentrare la sua analisi sulla nazione e sulla sovranità fino a trovarsi, in Francia, a dare indicazione di voto per il partito di estrema destra Front National della Le Pen. I rossobruni si rifanno direttamente alla teoria previana dell’ “antifascismo in assenza di fascismo”, teoria secondo la quale ora che non esistono più stati fascisti, il conflitto antifascisti/fascisti non fa altro che mantenere vivo uno scontro novecentesco e superato, “disperdendo le energie delle forze d’opposizione al Sistema” intese in senso anti-atlantista.

fusaroDIEGO FUSARO, allievo e amico personale di Preve, è come il prezzemolo nei circoli rossobruni e identitaristi. Nato nel 1983 a Torino, è ricercatore di Filosofia all’ Università di Milano San Raffaele. Dice di occuparsi in particolar modo di filosofia della storia e del pensiero di Fichte, Hegel e Marx…

Ultimemente anche la LEGA NORD si sta avvicinando a queste analisi, tanto che Salvini è stato ospite a Milano, a fine 2013, in una conferenza organizzata dal circolo culturale rossobruno Il Talebano (il cui direttore è Fabrizio Fratus – ex dirigente della Fiamma Tricolore ed ex segretario di Daniela Santanché – e contiene contributi di Fusaro) sulla sovranità e contro la moneta unica con Alain De Benoist e Marco Della Luna (economista e scrittore per la casa editrice rossobruna Arianna)

Mai abbassare la guardia!

Intervento radiofonico nella trasmissione di Radio BlackOut, link –> Liberation Front

Qui il pdf della scheda per stamparla e diffonderla

rossobrunismo-1

Fonti e approfondimenti:

www.alaindebenoist.com
www.vineyardsaker.it
www.circololarocca.it
www.gruppiricercaecologica.it
www.movitaliasociale.it
www.fascinazione.info/2011/09/ricordando-terracciano-lesperienza-di.html
aurora.altervista.org/04murelli.htm
www.facebook.com/orionlibri
radiobandieranera.org/wp-content/uploads/IntervistaMaurizioMurelli.mp3
www.eurasia-rivista.org
iltalebano.com
MappAntifa
www.nuovaalabarda.org/dossier/comunitaristi_e_nazimaoisti.pdf
staffetta.noblogs.org/post/2010/04/10/i-fascisti-noglobal
http://www.militant-blog.org/?p=7617
http://www.carmillaonline.com/2010/07/21/i-rosso-bruni-vesti-nuove-per/
http://www.redmilitant.eu/il-pericolo-del-rossobrunismo-permeante-in-ambienti-radicali-e-antagonisti/
https://www.youtube.com

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