04.06.2016: in ricordo di Clement

Luogo: Parigi
Ora inizio: 14:00

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da www.pourclement.org

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA

Tre anni dopo, non ci arrendiamo!

Sono già tre anni, dal 5 giugno 2013, che il nostro compagno Clement Meric, attivista sindacale e antifascista, è stato assassinato da membri del gruppuscolo neonazista Troisieme Vois. Oggi, dai media e nei discorsi politici la sua morte è ancora presentata come il risultato di una lotta tra bande, ridotta a una notizia e non la si vede come una conseguenza della normalizzazione delle ideologie di estrema destra in ampi settori della società francese. L’attivismo di gruppi neofascisti, i discorsi apertamente razzisti e sessisti diventano la norma… sono solo i sintomi dell’installazione di un sistema autoritario, sessista, razzista e antisociale.

Gli attentati di gennaio e dello scorso novembre hanno lanciato l’inizio della militarizzazione delle forze di polizia. Lo stato di emergenza, in base al quale siamo chiamat* a viverlo in modo permanente, ha sortito 3379 perquisizioni per solo 6 procedimenti giudiziari per il terrorismo. Il/la musulman@, o presunt@ tale, sono considerat* come una “potenziale minaccia terroristica” e stanno rapidamente diventando obiettivi delle politiche razziste e questi solleciti dovrebbero rassicurare la popolazione. Ma questi discorsi distruggono migliaia di vite. Le perquisizioni e le citazioni in giudizio, fonti di umiliazione, sono state di grande violenza, fisica e psicologica. Recentemente, il dibattito sulla privazione della cittadinanza, in realtà, è stato solo un’occasione in più per i politici per competere nel discorso razzista. In questo modo, il governo ha in gran parte sgombrato il campo da ogni responsabilità per la sua incapacità di garantire la sicurezza interna, e far pagare famiglie intere per la loro incompetenza.

Questa esperienza islamofobica è diventata un laboratorio di repressione per qualsiasi voce dell’opposizione al governo. La furia della polizia alla vigilia del COP21 lo prova. La militarizzazione dello spazio pubblico non è più un fantasma, ma una realtà concreta e quotidiana. Le politiche repressive di tutte le forme di protesta popolare, le assoluzioni sistematiche nei casi di criminalità da parte della polizia, fino all’arbitrarietà e alla brutalità contro la fragile popolazione, sono coperte dallo stato di emergenza e la politica di criminalizzare gli/le attivist* dei diritti umani della campagna BDS, tutto questo non è che l’espressione pubblica e senza maschera di un razzismo che rode le istituzioni e le amministrazioni francesi. Tutto ciò per portarci ad accettare la violenza della polizia, come modalità di gestione delle classi popolari.

Inoltre, la “crisi dei migranti” non è che un sintomo di più di questa Fortezza Europa che accetta che il Mediterraneo diventi un vasto cimitero marittimo delle vittime del capitalismo e delle guerre di cui l’Europa stessa è responsabile, dal Mali alla Siria. Come la globalizzazione permette la libera circolazione delle merci e dei flussi finanziari, gli esseri umani sono fermati dai muri, rinchiusi in campi di internamento o in prigioni. L’Europa si è creata una fortezza, preferendo smantellare i campi, come il fuoco, sia che si trovino alla frontiera, a Calais o nei nostri distretti parigini di La Chapelle, Stalingrado e Gare d’Austerlitz. La moltiplicazione di attacchi razzisti, purtroppo, confermano solo quello che si annuncia da anni: la vittoria ideologica e politica dell’estrema destra. La messa in atto di politiche xenofobe da parte dei governi non è più un’eccezione, ma sta diventando lo standard europeo.

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L’omofobia uccide

Le mobilitazioni contro la legge sul lavoro rivelano lo sfinimento (ras-le-bol, averne piene le scatole) contro la distruzione pianificata delle conquiste sociali e contro la precarietà come norma sociale. Esse sono la risposta a tutti coloro che pensano che la rassegnazione e l’individualismo hanno vinto. La violenza della polizia e la repressione esercitata contro queste proteste mettono alla luce le pratiche comuni nei quartieri popolari e tabù nel resto della società. Più la situazione sociale si indurisce, più le violenze della polizia si moltiplicheranno. Queste sono le politiche securitarie e razziste durante la guerra sociale, la precarietà e l’insicurezza sociale come strumenti di governance che governa la nostra società.

Perché non abbiamo dimenticato per niente il sorriso del nostro compagno né le sue lotte, perché non abbiamo perdonato l’infamia dei fascisti che lo hanno ucciso e del sistema che li produce, perché non intendiamo lasciare la sua memoria nelle mani dei giudici e dei giornalisti nel processo che si avvicina, chiamiamo per una dimostrazione antifascista Sabato 4 giugno 2016 alle 14h a Stalingrado.

Contro la repressione, il razzismo e l’estrema destra: autodifesa popolare!

3 e 4 giugno concerti per Clement  LES LENDEMAINS QUI CHANTENT 2016